Il ginocchio fa crac. Si rompe il legamento crociato e dopo l’intervento i medici le parlano chiaro: “Devi smettere di giocare, altrimenti rischi di doverti mettere la protesi molto presto”. Ma la passione è troppo forte, ad attaccare le scarpette al chiodo non ci pensa nemmeno. E il ginocchio, lo stesso, le presenta il conto un’altra volta.
Niente più canestri? E chi l’ha detto? Pochi mesi dopo il secondo intervento è di nuovo in campo, anche se nel frattempo si è costruita un’altra possibilità, ha seguito il corso allenatori e ha cominciato a insegnare basket alle squadre giovanili.
Perché a stare lontano dal parquet, a non vedere più i tabelloni, a non respirare l’atmosfera dello spogliatoio, a non osservare quel cronometro che scandisce i secondi Francesca Salvioni, 32 anni da compiere a maggio, non ci riesce proprio.
Non ci riesce da quando, in prima elementare ad Altopascio, dove è cresciuta e dove vive tuttora, vide le compagne di classe che andavano a provare questo sport. A quella bambina, un po’ pigra, piaceva ogni tanto tirare i calci al pallone insieme ai maschietti, ma la pallacanestro, proprio no.
Almeno fin quando la curiosità la spinge a varcare la porta della palestra del Nuovo Basket Altopascio e le fa prendere in mano una palla fatta e colorata in modo diverso. Le piccole amiche, quello che prima di lei avevano provato a fare canestro, smetteranno quasi subito. Di quel gruppo l’unica che non si è più staccata dal parquet è stata proprio lei.
Cresce Francesca, gioca a basket nello spazio verde sotto casa, dove l’erba sparisce presto; gioca facendo impazzire i vicini perché ogni momento è buono per prendere la palla e sfidare gli amici. E con l’età cresce anche la passione, sempre più spesso vuole vedere le partite in tv, quando arriva a 13-14 anni il canestro sotto casa non le basta più. Quando non si allena in palestra, agli ordini di Walter Guidi, inforca la bicicletta e pedala fino al campino all’aperto di Spianate, dove non si sottrae ai colpi, alle gomitate, al gioco ruvido dei maschi.
C’è in lei vivo quel senso della sfida che la porterà giovanissima a debuttare in prima squadra ad Altopascio, in quel gruppo allenato da Fabio Berti, con Adele Fanucchi assistente. Quasi un presagio, visto che adesso Berti, Fanucchi e Salvioni insegnano basket sotto lo stesso tetto, quello del PalaSuore di Porcari.
Francesca va a giocare a Montecatini, poi a Firenze e deve ovviamente conciliare il basket con lo studio (dopo aver frequentato il liceo scientifico Majorana a Capannori si iscrive all’Università di Pisa, scienze motorie). Qui ha per coach Stella Campobasso, che le insegna a giocare da play, a chiamare gli schemi, a guidare la squadra.
Ma fare la pendolare con Firenze non è facile, Salvioni si ridimensiona, entra a far parte di una squadra amatori ad Altopascio, poi nel 2009 va a Lucca ma tutto il gruppo del Basket Le Mura viene assorbito dal Cefa Castelnuovo. La squadra è forte, vince il campionato di serie C, l’anno dopo invece in B le perde tutte. Francesca cambia ancora, va a Fucecchio, dove si rompe il crociato per la seconda volta e decide di cominciare ad allenare le squadre Under 13 e Under 16. Dopo l’intervento e la successiva riabilitazione continua anche a giocare.
Trova lavoro in uno studio di fisioterapia e riabilitazione a Marginone e alla fine due anni fa accetta l’invito del club gialloblu e viene ad allenare a Porcari, nel team delle suore. “Una nuova sfida – dice Francesca – un’altra occasione per mettersi in gioco in un ambiente tutto al femminile, in una realtà particolare dove si guarda non solo alla maturazione sportiva delle ragazze ma anche alla loro crescita come persone secondo i valori del rispetto, dell’educazione, dell’amicizia”.
Intanto Salvioni trova anche il modo di fare un’esperienza come preparatore nella squadra di C maschile ad Altopascio, guida (con Adele Fanucchi vice) la rappresentativa femminile al successo nel Trofeo delle Province a San Vincenzo, viene chiamata prima da vice e poi da capoallenatore a guidare la selezione toscana a Bormio.
E gioca, gioca ad Altopascio dove la scorsa estate viene addirittura promossa una grande cena per raccogliere fondi destinati a favorire la partecipazione della squadra femminile al campionato di serie C.
“Accadde in un momento – ricorda Francesca – in cui a Porcari non era stato ancora sciolto il nodo se partecipare alla C o alla Promozione. Nonostante ciò, dirigenti, amici, genitori e ragazze di Porcari parteciparono alla nostra iniziativa e questo mi ha colpito molto. Così come mi fa piacere, e mi responsabilizza ancora di più, il fatto che le giocatrici che alleno a Porcari (dove guida Under 14 Silver e Under 16) vengano spesso ad Altopascio a vedere le partite della squadra dove gioco”.
Al di là del lavoro, le giornate di Francesca sono scandite dal basket. “A Porcari – spiega – alleno i miei due gruppi il lunedì e mercoledì pomeriggio e il lunedì, mercoledì e giovedì sera. Mentre il mercoledì e il venerdì sono ad Altopascio ad allenarmi con la squadra di serie C. Poi ci sono le partite”.
A 32 anni questa donna con il volto da ragazzina che ammira Messina, Sacchetti e Popovich, ha le idee chiare: “Voglio fare appassionare il più possibile a questo sport ogni ragazza che alleno. Perché se vedo qualcuna che entra in palestra con poca voglia so che è anche colpa mia, significa che non ho saputo coinvolgerla e tenerla attiva al 100%. E questo non deve accadere”.